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Ritrovamenti archeologici a Valguarnera, "...un immenso patrimonio di inestimabile valore scientifico e culturale"

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sgiarrizzo
view post Posted on 29/7/2008, 18:05 by: sgiarrizzo




Ritrovamenti archeologici a Valguarnera: "...un immenso patrimonio di inestimabile valore scientifico e culturale"

Maggio 1998. Tra le verdi colline di contrada Marcato che si affacciano sulla valle del Dittaino, in seguito ad una efficace campagna di scavi disposta dalla soprintendenza ai Beni Culturali di Enna, affiorano a Valguarnera insediamenti abitativi risalenti al 4° millennio A.C. Si tratta di insediamenti di immenso interesse che investono un arco temporale che dalle fasi preistoriche giungono all’età bizantina. L’affascinante scoperta viene illustrata in una conferenza stampa, tenuta in pompa magna al Comune, dall’allora sovrintendente Gianfilippo Villari e dal responsabile della sezione archeologica Lorenzo Guzzardi. Questa scoperta –affermarono all’unisono i due- costituisce per Valguarnera e per la Sicilia, un immenso patrimonio di inestimabile valore scientifico e culturale”. I lavori di scavo curati dal dottor Guzzardi e dal geometra Salvatore Miraglia, erano stati finanziati dalla Regione siciliana e costati 100 milioni di lire. Essi avevano portato alla luce frammenti della “cultura di Diana” risalenti al 4° millennio, nonché i resti di una capanna databili al 3° millennio. Nella parte alta di un costone roccioso, erano state scoperte inoltre molteplici tombe a grotticella artificiale. Tra queste, era stato ritrovato uno scheletro umano della tarda età del rame e una variegata e cospicua presenza di ceramiche di diverse culture risalenti alla prima età del bronzo. Ceramiche che furono subito gelosamente custodite e che sarebbero state destinate all’antiquarium in fase di realizzo. “Lo scavo –spiegò in conferenza l’archeologo Guzzardi- mostrava una stratigrafia caratterizzata da diverse epoche e sulla quale erano evidenti strutture abitative attribuibili a periodi successivi.” Insomma c’erano tutte le premesse che Valguarnera potesse assurgere a meta culturale, perchè si trattava –come spiegò l’esperto- di una grossissima scoperta non solo per il valore intrinseco, ma perchè gli insediamenti abitativi ritrovati attestavano che le origini di Valguarnera risalenti sino a quel momento al 600’, potevano erano essere databili ad un’epoca molto anteriore. La soprintendenza di Enna ai fini della salvaguardia del sito propose all’Assessorato regionale il vincolo archeologico che viene decretato subito dopo con qualche prescrizione, demandandone alla sovrintendenza stessa la sorveglianza. La scoperta che Valguarnera potesse avere origini antichissime risalenti addirittura al 4° millennio A.C., fu ritenuta una novità assoluta, tanto che qualche studioso pensò ad una nuova ridisegnazione della civiltà del paese. Quella scoperta era anche una fantastica opportunità da sfruttare turisticamente. Il sindaco dell’epoca Pippo Gallo in conferenza - disse- “che avrebbe fatto tutto il possibile affinché quel sito fosse fruibile al più presto, allacciandolo al percorso turistico di Morgantina e Villa Romana del Casale. Purtroppo, quel patrimonio di inestimabile valore, oggi parzialmente distrutto dall’incuria, rimane scolpito nel libro dei sogni, in quanto quei lavori che la soprintendenza doveva proseguire sono fermi da 10 anni. Oggi nonostante sia recintato da lamiere sforacchiate, non è altro che un ricettacolo di sporcizia ed erbacce e anche preda di vandali. Il 25 giugno scorso l’interno del sito ha preso fuoco, senza che per fortuna vi siano stati danni irreparabili. “Il sito archeologico- si giustifica la soprintendente ai Beni culturali Beatrice Basile- ricade per gran parte su suolo privato. Da tempo richiediamo all’Assessorato regionale un finanziamento per l’esproprio di quell’area che purtroppo non abbiamo mai ottenuto. Per cui non possiamo far nulla per porla sotto tutela, in quanto non è nostra” La dottoressa Basile infine- conclude dicendo- “che sarebbe opportuno che il Comune si attivasse maggiormente con l’Assessorato regionale per raggiungere lo scopo dell’esproprio. Per la pulizia del sito deve essere lo stesso Ente a provvedervi, per evitare fatti incresciosi come quello successo recentemente”.

Rino Caltagirone

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